Capodarco l'altro festival

Siamo sulla riva sinistra del fiume Crati a Cosenza, dove vivono, da alcuni anni, circa 300 rom rumeni. Le loro sono richieste minime: acqua, luce, smaltimento dei rifiuti, derattizzazione. Ma le istituzioni restano a lungo sorde a questi bisogni. All’alba del primo ottobre 2009 durante un bliz improvviso delle forze dell'ordine i rom vengono schedati e vengono notificati un centinaio di provvedimenti di allontanamento dal territorio italiano. Ai rom si contesta di non poter dimostrare mezzi leciti di sostentamento, di vivere sul territorio italiano senza alcuna dimora effettiva, di non essere in grado di indicare la data di effettivo ingresso in Italia, ragioni per le quali i rom di Cosenza costituirebbero, secondo il Prefetto, una minaccia concreta, effettiva e grave all’incolumità pubblica. Immediata scatta la risposta dei rom, tanto sul piano sociale che su quello giudiziario. Viene presentato un ricorso contro un provvedimento che colpisce un’intera comunità, dimostrando la sua natura fortemente discriminatoria. Il ricorso sarà accolto dal Tribunale di Cosenza.