Il mio grido
Opera vincitrice del Premio speciale della Giuria di qualità, sezione Corti di Fiction ediz. 2014.
Il mio grido è l’epilogo di una emozione che tra corpo e suono, si fa arte, un suono che non nasce dietro le sbarre, ma si sedimenta e cresce nell’arco di tutta una vita. Il detenuto è stato condotto e stimolato verso un’esplorazione della propria emotività. Lo sfondo bianco elimina qualsiasi possibilità di collocamento nello spazio. La nudità esprime potenza, morbidezza, vivacità e fragilità. Non sapendo nulla del corpo che sta sullo schermo, lo spettatore non vedrà il detenuto, ma l’Uomo. Le voci dei detenuti e i suoni elettronici compongono la musica originale, creando una relazione inscindibile tra corpo e voce , immagine e suono. Più voci insieme si fanno coro. Video realizzato grazie al ministero della Giustizia, dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Prap di Padova e Direzione del carcere di Rovigo.
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