Giocattolo
Tre richiedenti asilo afgani cantano il loro rap negli edifici abbandonati dove si sono accampati al loro arrivo a Trieste e in una valle vicina alla città, luoghi che per un attimo si trasformano ai loro occhi nella terra di origine. Le parole sono una dura critica a chi trae profitto dall'attuale condizione del Paese e lo manipola come fosse un “giocattolo”. Uno dei ragazzi dipinge su una tela un albero, le cui diramazioni rappresentano l'unione delle etnie afgane in un metaforico messaggio di speranza e riscatto.
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