L'anello debole 2008: la parola ai vincitori

CAPODARCO DI FERMO – Il fenomeno dell’immigrazione per il calcio, poco conosciuto e tutelato in Italia; la spinosa questione dei tagli al 5 per mille… Gli autori dei lavori vincitori o menzionati dell’“L’anello debole” hanno sfruttato la cerimonia di premiazione per raccontare la loro esperienza e denunciare i problemi con sui sono entrati in contatto.
“Ho voluto raccontare la voglia di calcio che c’è in Africa – dice Corrado Zunino, autore de “Il mercato della Coppa d’Africa”, opera vincitrice della sezione TV – Una speranza per giovani calciatori e le loro famiglie che si macchia di difficoltà, drammi, sfruttamento. Il problema più grave e la scarsa tutela che questi giovani incontrano quando arrivano da noi”. A differenza che in altre nazioni, come la Francia, non esiste infatti in Italia nessuna associazione che si interessi di immigrazione per il calcio. Zunino ha lanciato un appello per trovare un interlocutore e cercare di metter in piedi un osservatorio sul fenomeno. “Come dico nel mio reportage, il Matera, poco tempo fa, ha cercato di importare quattro giocatori africani. L’operazione è stata bloccata ma se fosse riuscita cosa avremmo avuto: quattro nuovi calciatori, quattro imbianchini, come sarebbero stati integrati. Dovremmo sapere cosa succede a questi ragazzi.”.

Un’altra questione è stata sollevata da Milvia Spadi, giornalista del Gr Rai e autrice dell’opera radio menzionata “Umanità alla deriva”. Il servizio prende spunto da un episodio drammatico: la vicenda di 27 africani rimasti per tre giorni aggrappati a una gabbia per tonni in mezzo al Mediterraneo. “Questi episodi purtroppo si stanno ripetendo. – Dichiara la Spadi – Per chi arriva da noi un sostegno fondamentale sono le associazioni, le onlus. Ora vorrei denunciare che una parte dei fondi destinati a queste organizzazioni con il 5 per mille sono stati dirottati per salvare le banche dalla crisi finanziaria…”

La sezione Radio è stata vinta da Arianna Voto con il servizio “Articolo 1 - Una Repubblica democratica fondata sul lavoro”  (Radio Vaticana). La giuria ha apprezzato soprattutto il modo di raccontare, attraverso le canzoni dei Tetes de Bois, un argomento doloroso come la sicurezza sul lavoro e le morti bianche. “Nel comunicare, l’emozione riveste un’importanza fondamentale. – Dice l’autrice – E’ l’emozione che deve veicolare il messaggio. Come dice Andrea Satta, cantante dei Tetes de Bois, la musica è l’ultima carezza che accompagna questi lavoratori morti sul campo, un modo per una partecipazione sociale che a volte è più importante di mille parole. Questo è il senso della mia costruzione”. 

Per l’elevata qualità delle opere non è stato possibile scegliere un vincitore assoluto per la categorie “Cortometraggi della Realtà”. Il Premio è andato ex – aequo a “L'Italia chiamò” di Leonardo Brogioni, Matteo Scanni, Angelo Miotto e a Ivan e Loriana di Stefano Cattini (Associazione culturale Sequenze). Il primo narra la storia di quattro militari italiani che hanno partecipato alle missioni di pace in Bosnia, Kosovo e Iraq contraendo il tumore nelle caserme bombardate con proiettili all’uranio impoverito. Un argomento di cui si è parlato molto ma che viene affrontato dal punto di vista della quotidianità di questi ragazzi. “A noi interessava l’aspetto umano, la vita di tutti i giorni di famiglie che devono convivere con una malattia gravissima 24 ore su 24. – Dicono gli autori – In questi anni abbiamo assistito a uno sconvolgente balletto di cifre sulle vittime. Sia l’ex ministro Parisi che la Sanità militare davano cifre scandalosamente inferiori rispetto alla realtà.  I militari morti sono ormai 166, gli ammalati più di 2mila e 500”.
Anche “Ivan e loriana” è un documentario di elevata qualità tecnica e di fortissimo impatto emotivo. La storia di due bambini sordi di 3 e 4 anni, arrivati nella scuola materna ed elementare ‘Figlie della Provvidenza’ di Carpi “senza suoni”, “senza parole” e delle suore che cercano di trasformare il loro silenzio. “Le suore della scuola dicono che la sordità è il più invalidante delle disabilità. Questo dal punto di vista delle capacità intellettuale emotiva dei bambini. – Dice Stefano Cattini – Allo stesso tempo però, i sordi sono molto felici, sopratutto quando possono stare tra di loro. Ho cercato di rendere i due aspetti in questo lavoro che mostra solo una piccola parte del loro mondo: la fatica, quanto è penalizzante la sordità, ma anche quanto questi bambini siano una gioia da vedere”.

Per “Mu’ afah - Ceneri di uomini”, opera  che si è aggiudicata la vittoria nella Categoria Cortometraggi di Fiction erano presenti oltre all’autore Ottavio Mussari e a quattro attori anche i rappresentanti della Associazione Antiracket "Gaetano Giordano" di Gela: Francesca Giordano (vedova dell’uomo da cui l’associazione prende nome) e il presidente Francesco Vacirca.
Il corto racconta la storia di un ragazzo che, in una realtà difficile come la Sicilia, decide di andare contro tutto e tutti e di farsi beffe delle richieste di pizzo della mafia. Il lieto fine è un invito al coraggio e alla speranza per tutti coloro che non possono “pensare di vivere tutta la vita in un posto dove o fai come dicono loro o te ne devi andare”. E’ anche, “la speranza che si respira adesso a Gela. – dice Franca Giordano – I giovani di Gela sono come quelli della storia. Vogliono ribellarsi, rimanere nel loro paese, lavorare senza sottostare a nessuna richiesta, a nessun condizionamento. Gela è un paese risorto che cerca di reagire”.  “La città degli anni ’90, dei baby killers, degli omicidi quotidiani è cambiata. – Aggiunge Vacirca – I giovani sono cambiati. La nostra associazione gira per le scuole per parlare con i ragazzi, per dare speranza, sicurezza, per convincerli che il domani è sicuramente diverso dal ieri”.

 

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