FERMO - Da oggi sono disponibili in versione integrale, sul sito del Capodarco L’altro festival, dieci delle migliori opere che hanno partecipato all’edizione 2016 del Premio L’anello debole: sono un reportage audio, tre cortometraggi della realtà e quattro corti di fiction. Tra di essi anche un’opera premiata: Quasi Eroi (20’) di Giovanni Piperno, vincitore del premio speciale della giuria nella sezione “Cortometraggi di Fiction”: il racconto di un amore intenso e stralunato tra due ragazzi di periferia alle prese con una gravidanza inaspettata. Le altre sono due finaliste e sei che hanno superato la prima selezione ad opera di una commissione scelta dalla Comunità di Capodarco.
Il bando del premio L’anello debole consente agli autori di scegliere la tempistica della pubblicazione online della loro opera: subito dopo la selezione, dopo un anno o due. Si può partecipare all’edizione 2017 fino al 14 aprile, concorrendo per le sei sezioni dei cortometraggi, cortissimi e ultracorti e per i tre premi speciali dedicati ai web-doc, ai video sul volontariato e agli autori under 39.
Tra le nuove pubblicazioni c’è un solo audio, Viaggiatori (24’) di Mattia Lento e Manuela Ruggeri un documentario radiofonico che entra nel mondo “misterioso” dei giostrai seguendoli nello spostamento delle loro carovane, nel montaggio e collaudo delle attrazioni e, naturalmente, durante le giornate di festa.
Due sono le opere finaliste 2016 che da oggi si possono vedere integralmente. 88 giorni nelle farm australiane (29’ 30’’) di Matteo Maffesanti è un viaggio tra sogni, speranze e pensieri dei giovani italiani in Australia. The postmodern pioneer plaque (7’ 50’’) di Boris Kozlov, scherza con la complessità della società del nuovo millennio, immaginando (a 40 anni dal Pioneer plaque) un nuovo messaggio dell’umanità per una civiltà extraterrestre.
Sei sono i video selezionati nel 2016 e pubblicati oggi: due corti della realtà e quattro fiction. Altrove (18’) di Cesare Cicardini e Mauro Melgrati è la storia di un viaggio fuori dall'Italia, fuori dal luogo comune e soprattutto fuori dal confine demarcato dalla parola “Down”. Il documentario Portes Ouvertes Portes Fermes (27’) di Giovanni Culmone racconta la storia della comunità senegalese in Grecia, fondata su un forte senso della condivisione e dell’aiuto reciproco. In cambio ricevono le porte chiuse e i muri alzati di un’Europa sempre più in crisi d’identità.
Molto particolare è Safe Space (13’) di Zora Rux, un corto di fiction ambientato in un campo profughi dove è in corso una protesta per i diritti dei migranti. Qui si verifica una violenza sessuale che segna il punto di svolta: il film si ferma, cambia forma e dà il via a un dibattito in cui vengono discussi tutti gli argomenti riguardanti l'incidente.
Il mantello di carta (12’) di Giulio De Vita, Omar Leone e Pasqualino Suppa è un’opera di sensibilizzazione alle cure palliative pediatriche, tratto dal racconto omonimo di Carlo Lucarelli. In Vivo e Veneto (8’ 30’’) di Francesco Bovo e Alessandro Pittoni un meccanico utilizza il dialetto veneziano per insegnare la sua arte al suo nuovo apprendista immigrato. Infine ne La macchina americana (20’) di Alessandro Spada, un ragazzo rimasto orfano decide che vuole comprare una automobile ma non ha i soldi. Per riuscirci finisce per rivolgersi alla criminalità.