PERUGIA - Si è concluso il Perugia Social Film Festival, uno dei più importanti appuntamenti a livello internazionale nell'ambito del cinema documentario. Dal 2015 la manifestazione è gemellata con il Capodarco l'altro festival. Per nove giorni il capoluogo umbro è stato un crocevia di autori, registi e produttori giunti da tutto il mondo per presentare le proprie opere. Domenica 1 ottobre, durante la cerimonia di premiazione sono stati svelati i nomi dei vincitori che si sono spartiti il montepremi totale (20.000 euro): il portoghese Sérgio Tréfaut, il cinese Xu Xin, l'olandese Catherine Van Campen, la tedesca Steffi Wurster, il norvegese Lars Feldballe-Petersen, il boliviano Kiro Russo, il siriano Ali Alibrahim. Non sono certo mancati premi per gli autori italiani, a partire dai due assegnati a progetti di documentari ancora da realizzare. Le proiezioni totali sono state poco meno di 50, scelte da un comitato di selezione e dalla direzione artistica sugli oltre 400 film che si erano candidati per partecipare al concorso.
La cerimonia finale ha visto avvicendarsi sul palco, insieme ai vincitori, tanti nomi importanti del panorama cinematografico italiano e internazionale, dal neopresidente del PerSo Giovanni Piperno ai membri della giuria ufficiale – i registi Wilma Labate e Giovanni Cioni, il produttore olandese Wout Conijn e il critico cinematografico e produttore Maurizio Di Rienzo – fino a Stefano Rulli, presidente della Fondazione La Città del Sole che organizza il festival nonché numero uno del Consiglio superiore del Cinema e Audiovisivo al MiBACT. Presenti anche i membri della nuova direzione artistica, Giacomo Caldarelli, Ivan Frenguelli e Andrea Mincigrucci, già gestori del cinema PostModernissimo.
Il PerSo Award (9 mila euro al miglior medio-lungometraggio in anteprima italiana) è andato a Sérgio Tréfaut per Treblinka: a conquistare il favore della giuria sono stati il linguaggio evocativo e simbolico attraverso il quale il regista ha sviluppato la sua eterea narrazione dell’olocausto. La menzione speciale nella stessa categoria è andata a The Unforgiven di Lars Feldballe-Petersen, un documentario che pone una domanda precisa e perturbante sulla possibilità del perdono per i crimini di guerra.
Nella categoria PerSo Award il pubblico (che ha votato al termine di ogni proiezione) ha invece voluto sul podio due film che raccontano, con sguardo lucido e suggestivo, la contemporaneità: la telecamera di Catherine Van Campen, autrice di Zaatari Djinn,si inoltra in un campo profughi che sorge sul confine tra Siria e Giordania; A Yangtze Landscape di Xu Xin è un portentoso viaggio per immagini che, percorrendo il corso del Fiume azzurro, attraversa la Cina per raccontarne trasformazioni e contraddizioni. Quest'ultimo film, accompagnato da una nutrita delegazione giunta a Perugia dalla Cina, è un documentario di 156 minuti in bianco e nero nonché privo di dialoghi, che punta il dito con coraggio contro il regime cinese, tanto da non aver possibilità di venir proiettato in quel Paese; come riconosciuto dallo stesso autore è significativo che il pubblico di una città di provincia abbia colto il messaggio e deciso di premiare l'opera.
Nella sezione Masterpiece (4 mila euro), che ha visto la competizione di opere già premiate in importanti kermesse internazionali, ha trionfato Viejo Calavera di Kiro Russo: atmosfere da thriller nella quotidianità di un gruppo di minatori boliviani, attraverso una narrazione che definisce un particolare portato politico della pellicola. La menzione speciale è andata invece a The challenge di Yuri Ancarani, sguardo spettacolare e disincantato sulla cultura medio-orientale, che ha colpito per il suo linguaggio filmico ironico e asettico che ricorda da vicino l'estetica delle video-installazioni.
Anche per quanto riguarda i cortometraggi il podio è stato dominato dagli autori stranieri: il premio PerSo Short Award (mille euro) è andato a A well-guarded conflict di Steffi Wurster, il racconto di una postazione di guardia condivisa da un soldato della Transnistria, uno russo e uno moldavo, mentre a conquistare il PerSo Short Jail (mille euro, assegnato dalla giuria delle detenute della casa circondariale di Perugia-Capanne) è stato One day in Aleppo di Ali Alibrahim, in grado di raccontare la speranza dei cittadini di una città martoriata da un assedio di oltre cinque mesi.
La categoria Umbria in celluloide (mille euro),dedicata a opere sull'Umbria o realizzate da cineasti umbri e valutata da una giuria di rifugiati politici e richiedenti asilo qui residenti, ha visto la vittoria di Wiwanana di Iacopo Patierno e una menzione speciale riconosciuta a Pane e partigiani di Marino Marini.
Infine il premio PerSo da non perdere, assegnato al miglior promo di film documentario da realizzare per sostenere la finalizzazione dell’opera. Già lo scorso week-end la giuria del Premio Solinas Documentario per il Cinema ha assegnato il riconoscimento a Scarti di Sara Pigozzo ed Enrico Meneghelli e a Malditos di Elena Goatelli e Angel Esteban, giunti primi a pari merito spartendosi così i 4 mila euro di premio.
Sul sito ufficiale del PerSo sono disponibili informazioni approfondite relative ai film vincitori e un'ampia documentazione fotografica dell'intera manifestazione Il PerSo è organizzato dalla Fondazione La Città del Sole – Onlus, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dell’Università degli Studi di Perugia, dell’Università per Stranieri di Perugia, del MIUR – Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, dell’A.Di.S.U., e con il sostegno di altri soggetti pubblici e privati.